L'Europa semplifica i suoi quadri normativi ESG, cosa sapere sulla direttiva Omnibus

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Omnibus Directive CSRD

La Dichiarazione di Budapest evolve la regolamentazione ESG

Nella sua dichiarazione di Budapest del novembre 2024, il Consiglio dell'UE ha invocato una "rivoluzione nella semplificazione". Anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha richiesto la semplificazione della CSRD in una lettera indirizzata alla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, rilanciando il dibattito su queste questioni all'inizio del 2025.

L'8 novembre 2024, il Consiglio dell'Unione Europea, istituzione composta dai capi di Stato e di governo dei paesi membri dell'Unione Europea, ha formulato 12 raccomandazioni miranti in particolare a migliorare la competitività dell'UE (link). Queste si basano, tra l'altro, sui rapporti “Much more than a market” (Enrico Letta) e “The future of European competitiveness” (Mario Draghi).

È la quarta proposta ad aver attirato l'attenzione degli attori del reporting normativo:

💬“Iniziare una rivoluzione nella semplificazione, garantendo un quadro normativo chiaro, semplice e intelligente per le imprese e riducendo drasticamente gli oneri amministrativi, normativi e di reporting, in particolare per le PMI. Dobbiamo adottare una mentalità favorente basata sulla fiducia, permettendo alle imprese di prosperare senza una regolamentazione eccessiva. Gli obiettivi chiave da implementare senza indugio dalla Commissione includono fare proposte concrete su ridurre i requisiti di reporting di almeno il 25% nella prima metà del 2025, e includere valutazioni di impatto sulla burocrazia e sulla competitività nelle sue proposte.”

In seguito a queste dichiarazioni, Ursula Von der Leyen ha proposto una legislazione Omnibus volta in particolare a consolidare e semplificare la CSRD, il regolamento sulla Tassonomia e la CS3D. Una proposta della Commissione Europea dovrebbe quindi essere pubblicata il 26 febbraio 2025

Cos'è una direttiva omnibus?

Nell’ambito della legislazione europea, una direttiva "omnibus" è un'iniziativa legislativa che raggruppa diverse modifiche o revisioni di testi esistenti in un'unica proposta. A seconda che si tratti di una direttiva o di un regolamento, il processo di adozione varia:

  • Regolamento omnibus: Modifica regolamenti esistenti. Adottato dal Consiglio europeo (e, eventualmente, dal Parlamento) o dalla Commissione europea, si applica direttamente nel diritto degli Stati membri senza necessità di trasposizione.
  • Direttiva omnibus: Modifica direttive esistenti. Il processo di adozione è simile a quello delle direttive standard, con letture da parte delle istituzioni europee (Consiglio, Parlamento, Commissione), che possono comportare diversi passaggi tra le istituzioni. La proposta può essere respinta in qualsiasi fase della procedura e, una volta adottata, deve essere trasposta nel diritto nazionale dagli Stati membri.

Poiché la CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) e la CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive) sono direttive europee, la loro modifica deve avvenire attraverso una direttiva omnibus. Questo è l'obiettivo della proposta presentata il 26 febbraio 2025. I regolamenti delegati che accompagnano la CSRD, in particolare quelli che definiscono gli ESRS (European Sustainability Reporting Standards), potrebbero teoricamente essere modificati tramite regolamento, senza necessità di trasposizione da parte degli Stati membri.

La direttiva omnibus è uno strumento normativo già utilizzato dall'Unione Europea. Ad esempio, la Direttiva (UE) 2019/2161, adottata alla fine del 2019, mirava a modernizzare le norme UE in materia di protezione dei consumatori.

Perché è stata proposta una semplificazione?

Noi di Greenscope sosteniamo pienamente che le normative ambientali, come la CSRD, debbano favorire una trasformazione profonda delle attività economiche. Tuttavia, riconosciamo anche che le varie direttive e regolamenti europei adottati dal 2019 nel quadro del Green Deal possano imporre un carico di lavoro significativo alle imprese europee.

Le sfide operative sono numerose: l'elevata quantità di dati da riportare e la redazione delle sezioni narrative rappresentano un reale onere amministrativo per i team responsabili della gestione della CSRD. Secondo le critiche rivolte alla CSRD e alla CSDDD, tali obblighi comportano costi elevati di conformità, incidendo sulla competitività delle aziende europee, in particolare delle PMI quotate e delle medie imprese (ETI).

Di conseguenza, sono stati avanzati appelli alla semplificazione, suggerendo di dare priorità agli obiettivi climatici all'interno della CSRD o di innalzare le soglie di applicabilità di queste direttive.

Contenuto e obiettivi della direttiva Omnibus sulla sostenibilità

La Direttiva Omnibus, presentata il 26 febbraio 2025, introduce diversi emendamenti volti a semplificare gli obblighi di reporting di sostenibilità per le imprese europee. Le principali modifiche includono:

👉 Per la CSRD

  • Posticipo dell’applicazione: Le aziende inizialmente obbligate nel 2026 avranno ora tempo fino al 2028
  • Mantenimento della doppia materialità: L’Europa mantiene la sua leadership rendendo obbligatorio questo esercizio strategico, già adottato da altri paesi, tra cui la Cina
  • Revisione delle soglie di eleggibilità: Saranno soggette alla CSRD solo le aziende con più di 1.000 dipendenti e un fatturato superiore a 50 milioni di euro o un bilancio oltre i 25 milioni di euro. Le imprese più piccole potranno adottare uno standard volontario (VSME)
  • Limitazione degli obblighi di raccolta dati: Eliminazione dell’obbligo di raccogliere dati dai fornitori non soggetti alla CSRD
  • Abolizione degli standard settoriali: Gli standard settoriali previsti inizialmente sono stati rimossi
  • Revisione degli ESRS: È prevista una riformulazione delle 12 tematiche coperte, con una probabile riduzione del numero di dati da raccogliere

👉 Per la CS3D

  • Limitazione del dovere di vigilanza: Le obbligazioni si concentreranno solo sui partner diretti, senza includere l'intera catena del valore
  • Frequenza del reporting: Le valutazioni saranno effettuate ogni cinque anni, invece di un monitoraggio annuale
  • Sanzioni finanziarie: Eliminata la proporzionalità delle sanzioni rispetto al fatturato. Gli Stati membri potranno comunque applicare sanzioni, con raccomandazioni della Commissione Europea sui relativi importi
  • Piani di transizione: La loro adozione resta raccomandata, ma la loro implementazione non sarà più obbligatoria

È importante notare che questa pubblicazione della Commissione Europea è una proposta che dovrà essere approvata per diventare applicabile.

Inoltre, è stata aperta una consultazione pubblica dal 26 febbraio al 26 marzo 2025, riguardante le modifiche proposte agli atti delegati del Regolamento sulla Tassonomia. I punti chiave includono:

  • Riduzione dei modelli di reporting: Diminuzione del 70% dei template richiesti e introduzione di una soglia di materialità finanziaria
  • Esenzioni per alcune aziende: Le imprese non finanziarie, a determinate condizioni, potranno essere esentate dal riportare gli indicatori relativi alle spese operative (OPEX)
  • Modifica del calcolo degli indicatori chiave di performance (KPI): Le aziende non finanziarie con meno di 1.000 dipendenti saranno escluse dal calcolo degli indicatori KPI

Perché Greenscope vi aiuta a navigare per essere conformi più che mai

La direttiva Omnibus evidenzia ancora una volta l’evoluzione continua del quadro normativo europeo in materia di reporting ESG. In questo contesto, l’anticipazione e il monitoraggio normativo sono essenziali per le aziende che vogliono adeguarsi alle nuove esigenze senza subire interruzioni operative.

Noi di Greenscope supportiamo i nostri clienti offrendo competenza approfondita e monitoraggio continuo sui cambiamenti legislativi e normativi. La nostra missione è aiutare le aziende a interpretare queste evoluzioni, valutarne l’impatto e adattare le proprie strategie di reporting di conseguenza.

Tuttavia, questi adeguamenti normativi non devono far passare in secondo piano l’obiettivo principale: gestire efficacemente le performance ESG. La semplificazione di alcuni obblighi non esonera le aziende dalla necessità di strutturare e garantire l'affidabilità dei propri dati di sostenibilità. Un approccio proattivo consente non solo di soddisfare i requisiti di trasparenza, ma anche di trasformare queste sfide in leve di crescita e competitività.

Rafforzare la qualità dei dati ESG è dunque fondamentale: affidabilità, tracciabilità e standardizzazione sono elementi chiave per garantire conformità normativa, facilitare gli audit e rafforzare la credibilità aziendale nei confronti di investitori e stakeholder. Più che un semplice obbligo normativo, si tratta di una vera e propria priorità strategica.

Anticipare, adattarsi e strutturare il proprio reporting ESG con una visione a lungo termine: è così che Greenscope vi accompagna nell’affrontare queste nuove evoluzioni.

Le ultime notizie Omnibus

08/11/2024: Dichiarazione di Budapest (fonte).

27/11/2024: Ursula von der Leyen propone una legislazione Omnibus (fonte).

06/01/2025: Il cancelliere tedesco Olaf Scholz chiede di semplificare il quadro normativo (fonte).

20/01/2025: Stéphane Séjourné annuncia l'abolizione della CSRD (fonte).

21/01/2025: Le affermazioni di Stéphane Séjourné vengono smentite (fonte).

23/01/2025: Éric Lombard annuncia la sospensione della direttiva CS3D (fonte).

11/02/2025: Pubblicazione del programma di lavoro della Commissione europea per il 2025 (fonte).

26/02/2025: Pubblicazione della Direttiva Omnibus sulla CSRD e CSDDD (fonte)

In arrivo:

Fase di consultazione (26 febbraio – 26 marzo 2025): Consultazione pubblica sulle modifiche proposte al Regolamento sulla Tassonomia

Revisione degli ESRS: Riformulazione degli European Sustainability Reporting Standards

Avvio del processo legislativo: Inizio del ciclo di approvazione normativa per l'attuazione delle modifiche proposte